Il caso Agile
Racconti, ricordi, ricostruzioni e immagini
sul periodo dell’innocenza perduta
Questo libro è nato dall’esigenza di voler ripercorrere, attraverso parole e immagini, la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori di Agile (ex Eutelia). Una lotta che è figlia di una storia economica e sociale; figlia di una realtà drammatica.
Questo è un libro che parla di lotta; che parla di lavoro. Ma perché parlare di lavoro quando sembra che esso sia sparito dalle narrazioni dei media? Semplicemente perché il lavoro è per tutti un’esperienza centrale della propria vita, e per noi lo è diventata anche la nostra lotta. Il lavoro è un elemento che ci caratterizza, che ci identifica, e noi, di conseguenza, ci identifichiamo con esso; stabilisce il nostro posto nella società e crea una rete di relazioni sociali e di rapporti interpersonali che in una certa misura ci dà un’identità. Sarà anche una nostra incapacità di darci una caratteristica più solida, diversa dal lavoro che facciamo: ma è così.
La lotta portata avanti dai lavoratori di Agile è stata una lotta anomala. Anomala perché, senza ombra di dubbio in Agile mancava una tradizione di lotta operaia, ma nonostante ciò possiamo senz’altro dire che, l’atteggiamento assunto da parte dei lavoratori di Agile durante la lotta lo possiamo considerare molto simile a quello operaio. Quella che forse è mancata, parafrasando Mario Tronti, è stata una “rude cattiveria pagana” nel portare avanti la lotta.
E sono proprio le trasformazioni delle forme produttive e quelle sociali che fanno in modo che alcuni settori sociali, che potremmo definire, “integrati nel sistema”, vengano coinvolti nel conflitto sociale. E questi sono settori che hanno una concezione del lavoro vicina al tradizionale lavoro dipendente di tipo operaio, nonostante il loro possa essere un lavoro altamente qualificato in aree ad alta tecnologia. Questi settori sociali però hanno una collocazione vicina al ceto medio. Per identificare alcuni di questi settori basti pensare alla tendenza in atto che viene definita “proletarizzazione del ceto medio”, o alla disoccupazione intellettuale giovanile.
In questo libro non c’è la pretesa di riportare la “verità assoluta”, sempre ammesso che essa esista, ma si è neanche voluto fare un’asettica cronaca di fatti.
Questo è un racconto di parte, proprio perché il nostro punto di vista è di parte; è il punto di persone che hanno cercato disperatamente di resistere agli attacchi di un sistema marcio; è il punto di vista specifico di chi ha lottato e lotta per la difesa dei propri diritti; è il punto di vista di persone che non potevano non reagire di fronte a chi aveva calcolato di aprire una procedura di licenziamento collettivo pensando che potesse essere la nostra tomba; è il punto di chi ha reagito, di fronte a chi aveva calcolato la nostra rassegnazione, il nostro isolamento, le nostre paure, la nostra fragilità: per cui, citando il poeta Rocco Scotellaro «siamo entrati in giuoco anche noi / con le scarpe e le faccie che avevamo».
Nota sulla edizione del libro: il libro sarà autoprodotto sotto licenza Creative Commons, in cui sarà possibile ricavare opere derivate ma non per fini commerciali. Saranno disponibili due versioni: la versione cartacea e la e‑book. Le versione e‑book conterrà molte più fotografie di quella cartacea (questione di costi). Chi acquisterà la versione cartacea avrà in omaggio la versione e‑book.
Nota sulla fotografia di copertina: la fotografia di copertina è stata generata in modo automatico con il programma open source webGobbler, realizzato da Sébastian Sauvage e Kilian. Il programma ha generato l’immagine catturando frammenti di circa 300 immagini, presenti nel libro, mescolandoli in modo casuale e generando un collage metafisico che ha cercato di catturare il caos della lotta dei lavoratori di Agile (ex Eutelia), fissando un’istantanea soggettiva e parziale di quella lotta.
Nel caso di future edizioni, l’immagine sarà rigenerata, in modo da avere una nuova istantanea di quella lotta.